martedì 17 marzo 2009

Terminal

Ieri abbiamo fatto l’ultimo dei nostri inshore trainings, e una formazione sul sonno molto interessante. Peccato che ho gia fatto la qualifica perché a quelli che invece non l’hanno ancora fatta verranno dati degli actigrafi per ottimizzare in modo personalizzato le proprie fasi di sonno. Forse era ancora possibile tentare di farlo al Mini Pavois ma ogni tanto devo anche andare in ufficio a lavorare, sic. Intanto nel loft di Xvoiles si stanno producendo le mie nuove vele che non vedo l’ora di mettere su. La prossima volta invece, la prima tranche di training meteo di lusso con Jean-Yves Bernot, ho sempre dietro la sua bibbia “Meteo e strategia” e intanto faccio i compiti come a scuola. E poi cominciamo i trainings offshore. Tutto quanto questo programma è veramente ben organizzato, anche se per fare le cose al meglio bisognerebbe stabilirsi li, uscire, fare i lavori sulla barca, annotare, segnare, provare… Invece è tutto incastrato in un planning ad alta velocità, TGV, aereo, ufficio, vai, torna, a volte non ho nemmeno disfatto la borsa dal giro precedente che è già ora di ripartire…. E cosi ho davanti a me il grande tabellone delle partenze del terminal 2D di Roissy, e mentre vedo scorrere tutte le destinazioni, Atene, New York, Sao Paulo, Roma, Caracas, penso a come è arrivare in un nuovo posto a vela, con le tue mani, a come ti appare tutto quando arrivi via mare, a come è l’odore della terra quando sei in mare da tanto. Ma è una cosa che forse non finisce mai, di tutto per partire e poi di tutto per tornare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nel libro "Contro i venti e le correnti" Dee Caffari racconta che durante il giro del mondo in solitaria da est vero ovest nonostante avesse a disposizione una comodissima cuccetta ha sempre dormito accovacciata davanti al tavolo da carteggio.
Forse un buon naps dipende anche dal posto in cui lo si fa....buona ricerca !