venerdì 25 settembre 2009

L'arrivo di Simone Gesi


L'altra sera abbiamo fatto un comitato di accoglienza per Simone che stava finalmente arrivando a Funchal. Dopo aver chiesto all'organizzazione tramite il sempre gentile Alexis abbiamo trovato un gommone gentilmente messoci a disposizione dal Clube Naval do Funchal. Nei giorni precedenti all'arrivo di Simone facevamo la posta davanti all'ufficio di Denis Hugues, il Direttore di regata, per avere la sua posizione aggiornata dal suo computer; le ultime miglia ci sembrava che non arrivasse mai catturato dall'anticiclone che lo faceva avanzare a pochi nodi. Sapevamo che il suo pilota era entrato in sciopero subito dopo la partenza ma non sapevamo se nel frattempo avesse avuto anche altri problemi, tutto poteva essere. Quindi dopo un giro di sms e telefonate a tutti gli italiani partiamo in spedizione notturna alle tre del mattino Luca Del Zozzo, Andrea Caracci, Luca Tosi, Gaetano Mura, Andrea Rossi, e Michele Zambelli (imbarcato su Max Havelaar) a cercarlo nel buio della notte armati di gps, vhf portatile, razzi e bottiglie di champagne. Giriamo all'inizio lungo la costa e continuiamo a chiamarlo al VHF correndo dietro a ogni luce che potesse essere quella della sua barca. Ad un certo punto ci sembra che risponda sul 16 ma si sente malissimo e non siamo sicuri che sia lui. Abbiamo girato diverse ore ma non lo troviamo. Un po delusi ci dirigiamo di nuovo verso Funchal, Andrea Caracci continua senza arrenderesi a chiamarlo al VHF e finalmente ci risponde, ci da una posizione e voliamo a 25 nodi nella sua direzione. Siamo contentissimi! Adesso che Simone ha la sua barca in mezzo alle nostre é tutto veramente a posto. Bravissimo Simone per aver tenuto cosi duro, 1100 miglia senza pilota automatico sono qualche cosa che non si puo nemmeno immaginare. Tutti i danni e le rotture si metteranno a posto nei prossimi giorni e speriamo che la prossima tappa sia per tutti un grande successo.

mercoledì 23 settembre 2009

Shark Attack

Oggi pomeriggio mentre bricolavo in barca il mio vicino, Simon Mc Goldrick di Composite Works si preparava con la maschera a fare una piccola immersione per un controllo dell'opera viva prima di ripartire per il prossimo salto delle prossime 3100 miglia fino a Bahia.
Appena è riemerso mi ha detto "Qualcosa ha morsicato il mio bulbo"
e io "in che senso? Avrai preso un'oggetto"
e lui "no, ci sono i segni dei morsi, dei denti"
Poi si e immerso nuovamente con la macchina fotografica e ha fatto questa foto. Parla da sola ed è una cosa incredibile. Non so cosa fosse se uno squalo o che. Certo è che piu o meno alla latitudine di Lisbona mentre ero al timone è emersa la testa di un'orca a pochi metri da me che rimasta li con la bocca aperta a guardarmi e poi si e immersa nuovamente. La nuotatina all'equatore forse non la faccio...

martedì 22 settembre 2009

Leg uno: La Rochelle > Madera


Arrivati. Diciamo che le cose non sono andate esattamente come volevo ma alla fine sono soddisfatta. A parte la collisione in partenza che per fortuna non ha provocato danni gravi il problema e stato che non sono riuscita a mangiare e ho portato a Madera una cambusa quasi intonsa. I primi due giorni sono stata male e non ho capito bene per che motivo. Ho navigato all'inizio con poca sintonia e con fatica. La seconda notte ho fatto un grosso strappo nello spi piccolo, aprendolo quasi in due. Ho fatto posto sottocoperta per fare una pezzatura gigante che era orrenda da vedere ma funzionava. La notte si andava che era una meraviglia il pilota portava la barca bene e intorno la nostra scia e i nostri baffi erano fosforescenti di plancton, un gruppo di delfini ci ha seguito per un po e anche le loro scie giocose erano fosforescenti. Era bellissimo. Poco dopo pero il disastro: lo spi si e sventato e ho fatto una caramella inestricabile intorno allo strallo. L'unico modo per liberarlo era salire sull'albero operazione che non era proprio una passeggiata con quelle condizioni di mare. Ho sbattuto ovunque ma alla fine ero su e ho provato a liberare lo spi. Niente da fare, l'unica era tagliarlo. Peccato che quando ho messo la mano in tasca per prendere il coltello la tasca era vuota. Mi e caduto mentre salivo. Cosi ho dovuto di nuovo scendere prendere un altro coltello e salire nuovamente. L'ho tagliato e non mi dimentichero mai la scena dello spi bianco che vola via inghiottito dalla notte. La mattina dopo il vento ha mollato un po e volevo dare lo spi grande ma quando l'ho preparato avevo ancora tutto un casino nelle drizze in testa d'albero e cosi ho dovuto salire di nuovo. Insomma questo triplice giro in testa d'albero di fronte a Finisterre con il mare formato e la perdita dello spi piccolo non hanno contribuito a farmi trovare subito le sensazioni che stavo cercando. Ma poi e avvenuta quella comunicazione con la barca che cercavo e alla fine mi sentivo di essere dove volevo e di stare facendo quello che volevo. E incredibile come sia tutto una cosa di testa. La discesa lungo il Portogallo e l'avvicinamento a Madera sono andate bene, sono contenta di essere riuscita a contornare piu meno l'anticiclone e ho avuto globalmente meno calme degli altri che mi ha permesso di recuperare qualche posizone. Il pilota funzionava e le batterie erano sempre cariche, mie e della barca, non mi sono mai sentita stanca e stavo bene. Ho pensato spesso che ho ricevuto una bella spinta con gli incoraggiamenti degli amici e l'affetto dei miei che ho capito sono un ingrediente importante in un buon risultato esattamente come una buona preparazione della barca. Nella mente di queste prime 1100 miglia mi rimane un'immagine bellissima, millecentomiglia tutte alle andature portanti. Un sogno. Dovrei fare una lista enorme per ringrazire tutti quelli che dovrei ma intanto ringrazio Christophe che ha trovato il tempo per mettere a giorno il blog. Grazie Tof! Adesso un po di bricoles alla barca e sono curiosa di scoprire Madera.

Funchal!

Che tappa, che storia, quante storie!

Partenza: "84 barche sulla linea sono tante, ma davvero tante!" La collisione? Con Cepat il Tip Top arancione come documentato da Thierry Martinez. Non c'entrava niente quindi con Sanchis e il suo prototipo. "Ero mure a dritta ma non l'ho proprio visto arrivare." Il danno? Poca roba: "in un quarto d'ora ho aggiustato il tutto." Poi i primi giorni: "non mi sono sentito troppo bene, poi è passato".
Finisterre e la bastonata. "C'erano i 40 nodi previsti da Bernot 4 giorni prima. E c'erano tutti. Con onde! Non saprei neanche dirti quanto erano alte!" Poi c'è stata quella salita in testa d'albero... L'esempio della cosa che da casa non puoi neanche immaginare. Ma proviamo lo stesso. Allora sei in barca da diversi giorni ormai. Sei in regata. Hai preso una bella bastonata e nella battaglia ti è rimasta una drizza in testa d'albero. Sei in regata, gli altri davanti spingono come matti, e quindi devi andare, non c'è altra scelta. Non ti piace, non ne hai la minima voglia, hai paura, ma lo devi fare. E lo fai. Almeno Dani, lei lo ha fatto.
A guardare le foto prese dalla barca accompagnatrice Pen Ar Clos ti rendi conto del bel po' di mare che c'era, ma anche del coraggio e della grinta che ci vogliono per fare una roba del genere. E' proprio il commento dell'inviato speciale di Pierre Yves Lautrou, minista confermato anche lui e blogger seguitissimo a chi abbiamo rubato le foto:





Dani è uscita dall'operazione con "lividi e tagli un po' ovunque ma niente di grave"... Niente, niente.
La drizza è un conto. Lo spi strappato su tutta la sua lunghezza un altro. Anche qui rimboccarsi le maniche e trovare una soluzione: in quel caso una riparazione "bruttissima" secondo Dani ma che ha tenuto fino a Madeira.
E poi negli ultimi giorni, rimonta spettacolare! Circa dieci posti saltati in classifica. "Ha fatto tutto il pilota", dice Dani. Ma lo ha potuto fare perché 1. era al posto giusto e 2. perché aveva ancora l'energia a bordo per farlo funzionare (uno dei punti postivi di questa prima tappa). E l'arrivo, la magia dell'arrivo! Alle 8 di mattina, l'euforia di ritrovare gli altri con "questa sensazione di non essere così stanca". Appena una doccia e subito al lavoro per prepararsi al grande salto!

sabato 19 settembre 2009

Il FAN-Club di Dani....

Chi ha avuto la fortuna di poter assistere alla partenza della Transat da La Rochelle, porterà con sé sicuramente il ricordo di una grande allegria, l’emozione palpabile dei concorrenti, e l’immagine di tanta gente - curiosi e tifosi, operatori televisioni e organizzatori tutti, stipati al inverosimile sulle passerelle vicino alle barche. Chi voleva vedere, chi toccare, chi capire e chi, semplicemente faceva il tifo con la sua presenza là…..
in questo contesto non va dimenticato un grazie a tutti i sostenitori di Dani e in particolare ai due fan venute a La Rochelle apposta da Parigi per sostenere Dani nella sua impresa. Infaticabili hanno rallegrato Dani cercando di sollevare la tensione della imminente partenza. Grazie!
Dai Dani, sei forte, SEE U IN BRAZIL!

La pétole dopo il ventone


Grosse pétole (in italiano bonaccia) sulla flotta. Da ieri le velocità sono in caduta libera per tutti e piano piano il gruppo si fa più compatto. Sembra che la nostra Dani sia traendo beneficio della sua posizione più a Est rispetto al resto del gruppo. In due giorni ha colmato parte del suo ritardo: il 17 mattina Superman Lobato era lontano 270 miglia, ieri 246 mg, oggi 212. E' risalita al 29mo posto e ha superato Luca Tosi sul suo Golden Apple of the Sun. Tutte cose buone per il morale!

mercoledì 16 settembre 2009

Un giro in testa

Leggiamo dal sito http://www.transat650.org/:

16.09.09 - 14:28

Info du large :  Daniela dans le mât

Info du large : Daniela dans le mât

Pas de soucis pour l'italienne Daniela Klein qui est monté au mât et en est bien descendue ! Tout va bien à bord de son Pogo 2. Certainement un problème de drisse récalcitrante ou de réa... Il faut dire que cela a dû travailler dans les hauts avec la pression de ses derniers jours.


Niente, niente. Il comunicato dice: "niente problemi per l'italiana Daniela Klein (evviva): è salita in testa d'albero e poi è riuscita a scenderne senza problemi! Va tutto bene a bordo del suo Pogo 2. Probabilmente un problema di drizza recalcitrante o di puleggia... Chiaro che l'albero è stato messo a contribuzione con la pressione di questi ultimi giorni."

Come dire salire su è un conto, scenderne senza farsi male un altro. Specialmente in solitario con un bel po' di mare. Brava Dani!






Ciao Finisterre
















Anche questa è fatta. Dani e il suo bravo Jollyno (in arte Tacchifico Monti, Ita 538) hanno passato Finisterre questa notte. Due strambate e via verso Sud. Man mano che scenderà dovrebbe trovare un mare più ordinato e meno vento. Secondo le previsioni si passerà dai 30/35 nodi che ha affrontato e sta ancora affrontando a 20 e più. Sono ancora 640 miglia fino a Madeira, non siamo alla meta di questa massacrante prima tappa ma, dal punto di vista psicologico, aver passato incolume quel Capo da sempre temuto dai marinai, è un bel sollievo.
Nelle carte la rotta seguita da Dani sin dalla partenza e uno zoom sulla doppia strambata seguita questa notte al largo di Finisterre.

lunedì 14 settembre 2009

Partenza col botto

A più di 24 ore della partenza, il tracking del sito (che finalmente sembra funzionare) posiziona Dani al 30mo posto, a più di cinquanta miglia del leader (già Lobato) e a una manciata di miglia da un gruppo di 4, 5 avversari non molto distanti. Le buone velocità registrate indicano che Dani ha trovato il ritmo dopo un partenza a dire poco movimentata. Durante il bordeggio verso la boa di disimpegno, Tacchificio Monti è stato implicato in una collisione. La notizia è uscita sul sito della regata alle 17.34 di ieri con il titolo "Daniela contre Juan Carlos". Poco tempo dopo però, il fotografo Thierry Martinez appena sceso dall'elicottero ci mostra questa foto dove Cepat (571) brucia chiaramente la precedenza a 538 (la sequenza completa visibile sul sito http://www.thmartinez.com/). Nella foto si vede come Dani navigava mure a dritta e aveva quindi la precedenza su Cepat che era sulle mure oppposte. Charles il preparatore/allenatore di Pornichet, ci ha tranquilizzato sull'entità dei danni: si è rotta "soltanto" la forchetta del bompresso, un pezzo che Dani ha potuto sostituire. Rimane il mistero del titolo "Dani contro Juan Carlos" che c'entra Juan Carlos se su 571 lo skipper si chiama Philippe Mirman?

sabato 12 settembre 2009

Ultima notte a terra


Il programma di oggi: sistemare la cambusa, entrare i way point nel Gps, partecipare alla presentazione degli skipper (il presentatore lo ha fatto pure parlare al microfono e Dani così per scherzo ha risposto in portoghese, scusate in brasiliano), ultimo briefing insieme agli altri skipper e poi incontro privato questo (eh eh eh) con Jean Yves Bernot. Chi ha detto che si doveva riposare il giorno prima della partenza? Mah domani ce ne sarà un altro di giorno. E che giorno!

venerdì 11 settembre 2009

La storia sta per cominciare


Tre anni per arrivare qui. Ci siamo, a soli due giorni del via. La barca è a posto: qualche piomba da rivedere, un po' di materiale da fissare a bordo e i way point da inserire nel Gps. A La Rochelle sono arrivati ieri i più fedeli tra i sostenitori di Daniela: i suoi genitori, Christian e Billy. Ieri dopo il briefing degli skipper, c'è stata la cena offerta dalla regione Charente Maritime con tanto di cocktail e musica brasiliana. Chiaro, la prossima Caipirinha, quella di Bahia, avrà un altro sapore. Per ora, cercare di riposare, analizzare l'ultima mail di Jean Yves Bernot sul meteo e approfittare dell'ultima entrecote prima dei liofilizzati.