sabato 30 maggio 2009

I love you

Il percorso delle 1000 miglia di qualifica in solitaria è senz’altro una cosa particolare, e ognuno la vive in un modo diverso, ci si puo misurare con se stessi, con i propri limiti, le proprie incertezze e i propri errori senza dover rendere conto in una classifica e senza doversi mediare con un coequipier. La mia qualifica da questo punto di vista è stata un’esperienza positiva e mi ha fatto piacere scoprire di me che alla fine nella testa era camminare e camminare e non risparmiarmi. La qualifica fa scoprire inevitabilmente anche molte cose della messa a punto della barca. Il grande problema per me è stato l’energia. Il pannello solare da 60W non era sufficiente per alimentare il pilota e le batterie erano da mandare in pensione prima di partire. Quindi in buona sostanza ho dovuto timonare continuamente e ho potuto riposare pochissimo.

Il titolo di questo post è I Love You per via del racconto che mi ha fatto Jeff, armatore australiano di AUS 659 Mad Spaniel. In sostanza ha raccontato con ricchi dettagli e grande ironia tutte le difficoltà e lo sfinimento fisico e mentale che deriva dall’avere problemi di energia e non poter dormire. Dopo la prima Sélect solo con il pannello solare si è organizzato per fare l’edizione successiva con la pila a combustibile. Controllava la carica delle batterie con l’NKE che timonava e timonava ed erano sempre 13.5V, allora si sporgeva nell’alloggiamento della pila a combustibile e le parlava dicendo “I love you, I love you”. Bisogna farselo raccontare da Jeff direttamente, venite a La Rochelle alla partenza, ma portatevi i fazzoletti perchè vi farà piangere dal ridere.

Ma cos’è sta pila a combustibile? In sostanza si tratta di un dispositivo che converte l'energia chimica di un combustibile (idrogeno, metanolo, ecc) e un’ossidante (ossigeno o aria) in energia elettrica senza che avvenga alcun processo di combustione termica ma attraverso una reazione elettrochimica. Si può dire che funziona come una batteria. A differenza di una batteria però, una cella a combustibile non si scarica, non deve essere ricaricata e fornisce elettricità in modo diretto finché ha a disposizione il combustibile e l’ossidante quindi nel nostro caso il metanolo e l’aria. Per quanto riguarda la resa diciamo che per avere la stessa energia con dei pannelli solari non basterebbe tappezzarci tutta la barca. Tutto il marchingegno pesa 7 chili, e il modello di Max Power MFC 110 da 4.6 A produce 110ah al giorno. Anche Efoy si è messa sul mercato delle pile per la nautica generando una salutare concorrenza e un leggero ribasso dei prezzi rispetto all’anno scorso. Sul Pogo 2 con il pilota tarato correttamente con un bidoncino da 5 litri si va avanti per circa 5 giorni. Funziona in modo completamente autonomo e ci si puo dimenticare di averla a bordo. Non sopporta di essere inclinata ad angoli superiori a 35º gradi oltre ai quali si mette automaticamente in “safety mode” quindi se si naviga con brutto tempo è comunque meglio spegnerla . Il grande svantaggio è che non sopporta assolutamente il bagnato quindi bisogna farci un po attenzione. Alla Transat nel 2005 erano solo un paio le barche ad avere questa soluzione e le prime pile avevano qualche problema perché se andavano in blocco dopo non ripartivano. Nel 2007 quasi la metà della flotta si era dotata di una pila a combustibile. Il costo di questo lusso non è trascurabile, parliamo di 4000 Euro, ma è vero che se si è provato che vuol dire non togliere mai le mani dalla barra per giorni e notti, e se si ritorna indietro con la memoria alle fatiche del dover fare tutto senza pilota o centellinando ogni milliampere alla fine ci sta. I love it too!

giovedì 28 maggio 2009

Materiali ed equipaggiamento

Lascio un’attimo in attesa per i prossimi post chi mi ha chiesto alcune cose pratiche sulla gestione dalla vita a bordo ma comincio a rispondere almeno in parte a chi mi ha chiesto come è attrezzata ITA538 Tacchificio Monti. Ecco una lista non esaustiva di che c’è a bordo e che materiali ho scelto:

- Cime: Gottifredi e Maffioli http://www.gottifredimaffioli.com/
- Attrezzatura di coperta: Harken http://www.harken.it/
- Vele: X-Voiles http://www.xvoiles.com/
- Elettronica e pilota: NKE http://www.nke.fr/
- Pilota di rispetto: Raymarine Smart Pilot S1 Tiller Pilot http://www.raymarine.it/
- Energia: celle a combustibile Max-Power MFC110 da 4.2A http://www.marine-fuel-cell.com/ e pannello solare policristallino 60W
- SSB: Sangean ATS 909 http://www.sangean.com/
- VHF: Navicom DSC rt 450 http://www.navicom.fr/
- GPS: Garmin 152 http://www.garmin.com/
- EPIRB: Acr Electronics sat 2 406 MHR cat 2 cl1 http://www.acrelectronics.com/
- Radar sorveglianza: Mer Veille http://www.ciel-et-marine.com/

venerdì 1 maggio 2009

De retour: Pornichet Sélect

Con 24 ritirati su 64 partenti la Sélect ha mantenuto la sua reputazione come regata piu dura della stagione. La partenza non è stata facilissima con tante barche sulla linea come per una Transat, un disimpegno vicino e un carosello alla Basse Lovre a poche miglia di distanza ha reso difficile navigare nel vento pulito poi su verso il faro di Birvideaux che giro a pochi metri di distanza nella notte. Scendo di nuovo lasciando Belle Ile a sinistra per la prossima marca di percorso Bourgenay a 90 miglia. Nella discesa verso Bourgenay il vento è al traverso su il code 0 e corriamo giù nella notte a 10 nodi senza mollare mai il timone con i baffi di plancton fluorescente che illuminano la notte insieme alle luci delle altre barche che sfilano via alla mia destra. Poi tocca allo spi grande e giro Bourgenay più che dignitosamente facendo un bellissimo recupero. La risalita nella seconda notte è tutta di bolina, a Groix, la scelta era se lasciare Belle Ile a destra o a sinistra, scelgo la sinistra, si attende forza 7 da NW e decido di stare alta. Quando rinforza si comincia con i problemi tecnici, il vento a 35 nodi stabiliti ha alzato onde notevoli. Sto al timone e prima di prendere un’altra mano, legata alla life line sopravento, prendo un frangente che mi sciacqua via e mi butta sotto vento, mi fermo sulle draglie e mi assicuro nuovamente facendo questa volta un giro intorno al winch. Do un’occhiata dentro e vedo che a forza di prendere onde la zattera è scivolata via dal suo supporto cadendo sul sistema idraulico dei piloti e mi precipito nel loculo per cercare di riparare e mentre traffico niente piu elettricità quindi niente gps, vhf, e niente piloti. Meno male che ero alta cosi non ho dovuto bolinare con 40 nodi sul naso e ho potuto lasciarmi scivolare verso Groix mentre riparavo. Groix passa via al traverso bella come una cartolina, con il faro sopra le falesie, e con i prati verdi e le onde che tormentano la sua costa. A Pen Men giro l’angolo insieme a Luca, mi fa segno che ha la barca completamente allagata e che non ha piu elettricita. Si scende di nuovo, un’accrocchio in spectra per riparare l’armo del bompresso altrimenti niente spi. Verso Belle Ile il vento rinforza e parto in una straorza catastrofica nella quale rompo la barra dei timoni. La barca è un campo di battaglia, e mi viene davanti agli occhi uno scenario che respingo: senza timoni non posso finire la regata. Via tutto e mi metto in poppa piena solo con il fiocchetto, che fortuna cosi siamo esattamente per rotta verso Pornichet. Mancano ancora diverse miglia ma tendendo il moncherino di un timone con una mano e l’altro timone con l’altra ho potuto tagliare la linea d’arrivo 17º tra le flebili luci notturne delle Guérandaises prima della burrasca attesa nella notte.